Risveglia il tuo Sé consapevole


"Benvenuti sul sito personale di Erio Maffi, autore di libri di psicologia e mindfulness


Ho dedicato la mia vita allo studio e alla comprensione della mente umana come insegnante, psicologo e autore. Ho scritto il libro "Super-io: Come trasformare la causa di ansia, depressione, bassa autostima e cattivi rapporti con gli altri" che, nella sua seconda edizione riveduta e ampliata, è stato molto apprezzato e ha ottenuto molte recensioni positive su Amazon.

La mia passione per la psicologia non si ferma qui, ho scritto anche un libro sulla mindfulness intitolato "Mindfulness: Corso mindfulness per principianti: Apprendi a praticare la mindfulness e ritrova la gioia e la pace mentale, con una pratica di soli 10 minuti al giorno" che è stato anch'esso molto apprezzato e pubblicato su Amazon.

La mia missione è aiutare le persone a raggiungere il loro pieno potenziale attraverso la comprensione e la pratica della psicologia e della mindfulness. Sfoglia il mio sito per saperne di più sui miei libri, i miei servizi e le mie attività, e scopri come possiamo lavorare insieme per migliorare la tua vita. "


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La Fisica dell’Auto-Guarigione:

Neuroscienze e fisica quantistica per riscoprire di essere un campo energetico emotivo

Le moderne scoperte di neuroscienze e fisica quantistica obbligano gli esperti a rivedere l’essere umano non solo sotto il profilo biologico, ma trattare anche l’aspetto energetico dell’uomo.


Come spiega in questo libro la dott.ssa Erica Francesca Poli, il comportamento delle particelle subatomiche che compongono la materia è strettamente connesso alla coscienza di chi la osserva.

In questa visione, la coscienza è l’elemento in grado di unificare svariati campi del sapere ed essere la chiave d’accesso per allinearsi ad una coscienza universale, fase indispensabile per avviare il naturale processo di auto-guarigione.


Questo libro è uno strumento per attivare le risorse di auto-guarigione insite in noi attraverso un salto quantico di coscienza.


Il libro di Erica Francesca poli è un viaggio affascinante nella nuova Medicina Quantistica tra antica saggezza e scoperte scientifiche d’avanguardia.

La lettura del libro è ricca di dati per la mente razionale e di casi ed esperienze per l’anima. Come vedrai, la lettura di questo libro è in grado di produrre il salto quantico di coscienza, attivando i processi dell’autoguarigione.


Le più recenti acquisizioni di neuroscienze e fisica quantistica, ci riconducono all’antico principio per il quale noi siamo un campo energetico emotivo, che si manifesta per mezzo di un corpo.


Il comportamento delle particelle subatomiche che costituiscono la materia è irriducibilmente connesso con la coscienza che l’osserva, senza la quale la materia non sarebbe che un’onda di probabilità tra infinite onde.


La coscienza appare essere sempre più il fattore unificante sotteso a biologia, biochimica, biofisica e codici dell’anima.

Quando iniziamo ad integrare questi piani, comprendiamo che guarire significa in ultima analisi poterci allineare con un campo di coscienza intelligente, universale e atemporale, come i saggi della Cabala, dei Veda e delle filosofie antiche già sapevano.


Noi medici abbiamo dedicato finora il nostro impegno a studiare sistematicamente la materia di cui siamo fatti; ora giunge il tempo di studiare sistematicamente l’energia di cui siamo fatti e le vie di integrazione della nostra parte materiale con la nostra parte energetica.



Alcuni commenti da parte di esperti nel settore:


Sono un medico organicista che ha attraversato 50 anni di medicina scientifica: in realtà, solo da pochi anni, attraverso la biologia e la fisica quantistica, la definizione di scienza può essere finalmente applicata alla medicina. Invito pertanto i miei colleghi e il lettore in generale, ad affrontare la lettura di questo libro con la mente aperta a una innovativa medicina sia in senso terapeutico sia in senso preventivo”.

Prof. Enzo Soresi, medico chirurgo, specialista in Pneumologia e Oncologia clinica, autore de Il Cervello anarchico, UTET.


“Se atomi, molecole, cellule e secoli di riduzionismo ti hanno fatto smarrire la strada, in un vicolo cieco di risposte confuse che non ti convincono più, Anatomia della Coscienza Quantica, accenderà per te un riappacificante filo conduttore tra mente, scienza, spirito e materia”.

Prof. Giovanni Bartoloni, medico chirurgo, Ordinario di Anatomia Patologica presso l’Università degli Studi di Catania, Dirigente medico.


“Condividere le esperienze descritte in questo libro con Erica F. Poli è come prendere contatto con un immenso data-base universale dove tutti possono avere accesso all’Uno e al Sé”.

John Hawk, ricercatore indipendente.


“Leggere un libro di Erica Francesca Poli è come fare un viaggio ai confini del visibile per scoprire che le leggi più importanti che regolano l’intero universo, come il corpo umano, sono invisibili, ma non per questo meno reali di ciò che la scienza ci ha raccontato. La visione interrelata della realtà, che unisce visibile e invisibile, che abilmente Erica ci presenta, superando la separazione mente-corpo/spirito-materia, permette di entrare nel nuovo paradigma e al contempo al gradino successivo dell’evoluzione, dove lo spirito si unisce alla materia e dove l’essere umano ha la possibilità di uscire dalla sua frattura interna, generatrice di conflitto e malattia, e avvicinarsi alla sua origine divina”.

Avv. Tiziana Fragomeni, Docente nel corso in Tecniche di negoziazione e mediazione dell’Università degli Studi di Milano, Membro del Consiglio Direttivo di Progetto Conciliamo.


“Coscienza quantica è in realtà sinonimo di realizzazione del Sé, ossia della consapevolezza assoluta, ma unicamente a patto che tale coscienza non venga solo studiata, analizzata e dimostrata, bensì, sentita e vissuta interamente come esperienza reale. Fisica e chimica ci sono di aiuto laddove facilitano una trasformazione effettiva della coscienza, anziché incoraggiare la dicotomia tra spirito e materia. Io non sono ciò che imparo, ma ciò che divento.


In questo suo libro Erica F. Poli ci fa da guida per aiutarci ad attraversare il ponte che divide (e collega) scienza e realizzazione interiore”.

Salvatore Brizzi, scrittore, monaco guerriero.


L’Autrice


Erica Francesca Poli


Erica Francesca Poli è medico psichiatra, psicoterapeuta e counselor. Membro di società scientifiche, tra cui IEDTA (International Experiential Dynamic Therapy Association), ISTDP Institute e OPIFER (Organizzazione Psicoanalisti Italiani Federazione e Registro), annovera un’approfondita ed eclettica formazione psicoterapeutica che le ha fornito la capacità di affrontare il mondo della psiche fino alla spiritualità, sviluppando un personale metodo di lavoro interdisciplinare e psicosomatico. In continuo aggiornamento, attraverso la partecipazione attiva e l’organizzazione di corsi, congressi e pubblicazioni scientifiche, lo studio della medicina integrativa con l’implementazione della farmacopea tradizionale con fito e nutriceutici, l’utilizzo di tecniche terapeutiche innovative e fortemente radicate nelle nuove conoscenze neuro scientifiche sul funzionamento della mente, non si limita a trattare i singoli disturbi psichici, ma si prende cura e mostra attenzione alla persona nella sua globalità di mente e corpo.


Indice


Prefazione


Prima parte – La soglia del campo quantico


Il salto quantico

  • Gli ingredienti del salto quantico
  • Il salto quantico di coscienza come allineamento al campo quantico
  • La Neuro-quantistica

Viaggio nei quattro livelli di realtà


La realtà oggettiva


La realtà soggettiva


La realtà simbolica


La realtà distica

  • I quattro livelli di realtà e la coscienza quantica
  • Viaggiare tra le realtà

Il medico interiore: guarigione e autoguarigione


Seconda parte – Il superconscio


L’interlocutore, l’osservatore, il creatore


Il DNA quantico – Con John Hawk

  • Il DNA spazzatura come un linguaggio parlato
  • Dal phantom DNA in poi
  • Il DNA e i ponti spazio-temporali
  • L’iper-comunicazione negli esseri umani
  • Lo spazio-tempo quantico
  • Come trasformare la ricerca sui geni in un progresso nella terapia: il DNA emotivo

La danza cosmica e la biologia

  • La coerenza quantistica
  • La forma e la funzione: i quadruplex di DNA
  • I neuroni e i frattali

Il potere delle domande

  • Le domande euristiche
  • Domande per trovare, o meglio, per essere trovati dalle risposte
  • Tempo per riflettere

Terza parte – Guarigione quantica


Il triangolo della guarigione quantica


Dalle emozioni all’energia: malati, folli o maestri?

  • Malattia e guarigione come evoluzione biologica
  • Malati, folli o maestri?

Voglio guarire ma (non) ci riesco: l’inversione energetica

  • I triangoli della consapevolezza
  • Riconoscere le difese
  • Difese tra me e te
  • Difese tra me e me
  • Le vie del corpo sono infinite
  • Il corpo piezoelettrico
  • Il cristallo connettivo semiconduttore
  • Raggiungere il feto che eravamo
  • Verso una PsicoBiologia Emotivo comportamentale Integrata – PBEI
  • Reinversione energetica in pratica

Il perdono quantico

  • Dalle emozioni ai sentimenti
  • Perdonare la malattia
  • Perdono, cellule e sistema immunitario

Quarta parte – La coscienza quantica


La guarigione: un sogno (reale) della coscienza

  • La pigna misteriosa al centro del nostro cervello
  • Serve l’anima per guarire l’impossibile
  • Come progettare consciamente le cellule: il ruolo dello scopo nella nostra vita
  • Se una notte una farfalla sogna di essere Zhuang-zi: dal sogno al vuoto
  • La legge del permettere, oltre la paura
  • Guarisce chi

Medicina quantica preventiva: la consapevolezza come medicina

  • I sette minuti di coscienza quantica

Oltre il tranello

Vale la pena amare ancora anche se hai un cuore ferito?

Per rispondere a questa domanda t’invito a leggere questa storia:


C’era una volta un giovane in mezzo a una piazza gremita di persone:diceva di avere il cuore più bello dei mondo o, quantomeno, dell’intera vallata. Tutti quanti erano sbalorditi per questo, e glielo ammiravano: era davvero perfetto, senza alcun minimo difetto. Erano tutti concordi nell’ammettere che quello era proprio il cuore più bello che avessero mai visto in vita loro, e più lo dicevano, più il giovane s’insuperbiva e si vantava di quel suo cuore meraviglioso.


All’improvviso spuntò fuori dal nulla un vecchio che, emergendo dalla folla disse:

“Beh, a onore del vero, il tuo cuore è molto meno bello del mio!” Quando lo mostrò, aveva puntati addosso gli occhi di tutti: della folla, e del ragazzo.

Certo, quel cuore batteva forte, ma era ricoperto di cicatrici. C’erano zone dalle quali erano stati asportati dei pezzi e rimpiazzati con altri, ma non combaciavano bene. Così il cuore risultava tutto bitorzoluto. Per giunta, era pieno di grossi buchi, dove mancavano interi pezzi. Così tutti quanti osservavano il vecchio, colmi di perplessità, e si domandavano come egli potesse affermare che il suo cuore fosse non solo bello, ma il più bello!


Il giovane guardò com’era ridotto quel vecchio e scoppiò a ridere: “Starai scherzando!” disse. “Confronta il tuo cuore col mio: il mio è perfetto, Mentre il tuo è un rattoppo di ferite e lacrime”. “Vero”, ammise il vecchio. “Il tuo ha un aspetto assolutamente perfetto, ma non farei mai a cambio col mio. Vedi, ogni ferita che tu vedi rappresenta una persona alla quale ho donato il mio amore: ho staccato un pezzo del mio cuore e gliel’ho dato. Spesso ho ricevuto in cambio un pezzo del loro cuore, a colmare il vuoto lasciato nel mio cuore. Ma, certo, ciò che dai non è mai esattamente uguale a quel che ricevi così ho qualche bitorzolo, a cui sono molto affezionato, però: Ciascuno mi ricorda l’amore che ho condiviso.


Altre volte, invece, ho dato via pezzi del mio cuore a persone che non mi hanno corrisposto: questo ti spiega le voragini. Amare, tu lo sai, è rischioso, ma per quanto dolorose siano queste voragini che rimangono aperte nel mio cuore, mi ricordano sempre l’amore che provo anche per queste persone… e chissà? Forse un giorno ritorneranno e magari colmeranno lo spazio che ho riservato per loro. Comprendi, adesso, che cosa sia la vera bellezza?”.

Il giovane era rimasto senza parole, e lacrime copiose gli rigavano il volto. Prese un pezzo del proprio cuore, corse incontro al vecchio, e glielo offrì con le mani che gli tremavano.

Il vecchio lo accettò, lo mise nel suo cuore, poi prese un pezzo del suo vecchio cuore rattoppato e con esso colmò la ferita rimasta aperta nel cuore del giovane. Ci entrava, ma non combaciava perfettamente, faceva un piccolo bitorzolo. Il giovane guardò il suo cuore, che non era più il cuore più bello del mondo, eppure lo trovava meraviglioso come mai: Perchè l’amore del vecchio ora scorreva dentro di lui

Non giudizio

Un pilastro fondamentale della pratica della mindfulness è il non giudizio.


Praticando la mindfulness ti rendi conto di come la nostra mente continua a giudicare te e gli altri. Questa attività mentale di giudizio e critica è incessante e crea problemi gravi come la bassa autostima, l’ansia, la depressione, le dipendenze di vario tipo.


Nella psicoanalisi Freud ha individuato una istanza psichica che ha chiamato Super-io, che svolge il compito di coscienza morale. Questa parte della nostra psiche è solo parzialmente conscia. Il suo compito è quello criticarci e ci giudicarci costantemente. Se il Super-io è adeguato questa critica è costruttiva. Se il Super-io è rigido e ipertrofico, la sua critica è distruttiva e può creare i problemi sopra esposti.


Per approfondire il ruolo di questa importante parte della nostra psiche puoi leggere il mio saggio: Super-io, Come trasformare la causa della bassa autostima, depressione e dei cattivi rapporti con gli altri.


La pratica della mindfulness è fondamentale per conoscere il nostro Super-io e per comprendere se è adeguato o rigido. Perché la pratica della mindfulness ci può aiutare in questo campo? In sintesi perché con la pratica della mindfulness osserviamo la nostra attività mentale. Con questa pratica ci accorgiamo della miriade di pensieri critici e giudicanti che attraversano la nostra mente.


Coltivando la consapevolezza assumiamo l’atteggiamento del testimone imparziale nei confronti della nostra attività mentale. Questo ti permette di renderti conto del costante flusso di giudizi e di reazioni alle esperienze interne ed esterne in cui sei coinvolto. Con la pratica impari a osservare e a distaccarti da questi continui pensieri critici e giudicanti.


Osservare la propria esperienza con atteggiamento imparziale.


Questa l’essenza del non giudizio. Per farlo bisogna prima che ci rendiamo conto del fatto che giudichiamo praticamente ogni contenuto della nostra mente, ogni sfaccettatura della nostra esperienza.


Mille sono le sfumature di giudizio possibile e possiamo anche perderci in tale complessità. Non è necessario che scendiamo così nel dettaglio per renderci conto del fatto che siamo costantemente impegnati in un’attività di giudizio, basta focalizzarci su quante volte giudichiamo qualcosa o qualcuno come: buono o cattivo, piacevole o spiacevole.


Subito notiamo che ogni persona, evento, oggetto che attira la nostra attenzione è da noi classificato in base al fatto che ci faccia sentire meglio o peggio. Il resto, quello che non ci fa oscillare lungo il continuum buono o cattivo, è classificato come neutro e quasi non entra nel focus della nostra attenzione.


La nostra mente è per natura attratta da stimoli che noi giudichiamo non neutri, tende quindi costantemente ad oscillare tra valutazioni positive e negative che innescano delle catene automatiche di pensiero delle quali quasi non ci rendiamo conto. Siamo come una barca in balia del continuo oscillare dei nostri giudizi e questa situazione è molto lontana da quella ideale per essere efficaci nel fronteggiare lo stress.


Per renderci conto di questo facciamo un piccolo esperimento: adesso, esattamente nella posizione e nel luogo in cui sei, fermati a notare quante volte nel giro di pochi minuti la tua mente è attraversata da pensieri del tipo “mi piace” o “non mi piace”. Nota che hai già valutato se la sedia sulla quale siamo siedi è comoda o meno, se la temperatura della stanza è gradevole, se il rumore intorno a te è troppo forte, se le parole che stai leggendo sono chiare o meno.


In base a tutte queste valutazioni hai già deciso se intraprendere o meno delle azioni per muoverti verso una sensazione di maggiore benessere. Nota come la tua mente giudica di continuo se sei a tuo agio o meno e come basta un minimo rumore per attirare la tua attenzione e disturbarti, oppure constatare che domani è vacanza per avere una sensazione di immediato sollievo. Nota come tutto ciò è successo in modo automatico, senza consapevolezza. Inizia a comprendere come continuamente passiamo da un giudizio all’altro, automaticamente e nell’inconsapevolezza quasi totale.


Questo giudizio continuo può riguardare anche la tua pratica della mindfulness. Quando pratichi la tua mente può farti credere che: “questo esercizio non funziona” e “non sono capace di meditare”. Tutti questi sono giudizi.


Il giudizio è diverso dal discernimento.


Discernimento è saper suddividere le cose per esaminarle razionalmente. Il giudizio, invece, è tutt’altro che razionale. Il giudizio si basa, infatti, su schemi automatici appresi che si attivano anche senza il nostro intervento razionale. Spesso questo tipo di schemi può salvarci, con la famosa “prima impressione”, ma altre volte ci fa prendere delle sonore cantonate, vero?


Allora come fare per discernere e non giudicare?


Con la pratica della mindfulness impari a discernere invece che a giudicare. Nella pratica della mindfulness osserviamo i giudizi di cui è piena la nostra mente e li lasciamo andare. Non cadiamo nella trappola del giudicare i nostri giudizi: li osserviamo e non ci facciamo coinvolgere da essi, non tentiamo di modificarli.


Un giudizio è solo un giudizio e la nostra mente è costantemente impegnata nel giudicare e criticare. Riuscire a osservare questa attività, distaccandosene, è un primo e potente modo per non essere vittime del flusso dei nostri pensieri.


Ricorda: la nostra mente tende a giudicare e criticare tutto e tutti. Quando cominci a fare attenzione all’attività della tua mente, spesso ti stupisci di scoprire che giudichi costantemente il contenuto della tua esperienza. Quasi tutto ciò che vedi o con cui entri in contatto è etichettato dalla mente come ‘buono’ o ‘cattivo’.


Uomo giudizio


Reagisci ad ogni esperienza in termini di quello che ritieni essere il suo valore per te. Alcune cose, persone ed eventi sono classificati come “buoni” perché, per una ragione o per l’altra, ti fanno sentire bene. Altri sono altrettanto immediatamente classificati come “cattivi” perché ti fanno sentire male. Il resto è classificato come “neutro” perché ti sembra che non abbiano una particolare importanza per te.


Le cose, persone ed eventi che appartengono a quest’ultima categoria li escludi quasi dal campo della tua attenzione. Di solito sono quelli che trovi più noiosi da osservare.


L’abitudine di classificare il contenuto della tua esperienza in base a giudizi, innesca un insieme di reazioni meccaniche di cui non ti rendi conto e che spesso non hanno alcun fondamento oggettivo.

La costante attività giudicante della mente ti rende difficile trovare uno stato di pace interiore. La mente si comporta come uno yo-yo, che tutto il giorno va su e giù lungo la corda dei tuoi giudizi positivi e negativi

Se vuoi verificare per te stesso questa descrizione, prova a fare attenzione a quante volte nel corso di dieci minuti, mentre sei occupato in una delle tue normali attività quotidiane, sorge in te un giudizio del tipo “mi piace” o “non mi piace”, è “buono” è “cattivo”, ecc. La nostra mente è un macchina di giudizi e critiche, verso noi stessi e gli altri.


Per arrivare a una gestione più efficace dello stress, il primo passo è renderci conto di questa attività di giudizio automatica della tua mente, aprendo la possibilità di liberarti dalla tirannia dei giudizi e delle critiche.


Durante la pratica della mindfulness, è importante riconoscere questa attività giudicante della mente ogniqualvolta si presenta e assumere l’atteggiamento di un testimone imparziale. Si tratta di osservare semplicemente ciò che avviene nella tua mente, senza esprimere giudizi o critiche. Attenzione di non cadere nella trappola del giudizio del giudizio. Quando un giudizio si presenta, non occorre che lo reprimi. Basta che tu te ne renda conto. Non si tratta di giudicare il giudizio come ‘sbagliato’, complicando ulteriormente le cose. Per esempio, supponiamo che tu stia praticando l’osservazione del respiro. A un certo punto può darsi che la tua mente dica qualcosa come: Che noia. Oppure: Questo non funziona. Oppure: Non ci riesco. Questi sono giudizi. Quando si presentano, è importante che tu li riconosca come tali e che ricordi che la pratica della mindfulness comporta una sospensione dei giudizi e la semplice osservazione di qualsiasi cosa si presenti, compresi i tuoi pensieri giudicanti, senza lasciarti coinvolgere e senza agire su di essi in alcun modo. Poi ritorni all’osservazione del respiro, ecc. Questo è il pilastro del non giudizio.

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Il New York Times ha votato Robert Lanza come “il terzo più importante scienziato vivente”, nominato dal Time Magazine come “una delle persone più prestigiose del mondo”. Esperto di medicina rigenerativa, direttore scientifico presso l’Advanced Cell Technology e professore aggiunto presso la Wake Forest University School of Medicine con più di 30 libri all’attivo, tra cui “Principles of tissue engineering” (Principi di ingegneria dei tessuti) e “Essentials of stem cell biology”(Fondamenti di biologia delle cellule staminali), conosciuto per la sua ampia ricerca sulle cellule staminali, famoso per aver condotto diversi esperimenti di successo sulla clonazione di specie animali in via d’estinzione, di recente appassionatosi alla fisica, alla meccanica quantistica e all’astrofisica, grazie ai suoi molteplici interessi, Lanza, ha elaborato la teoria del Biocentrismo, secondo la quale la morte, come noi la conosciamo, non è altro che un’illusione generata dalla nostra coscienza.


Lo scienziato scrive sul suo sito web: “Ci hanno insegnato a pensare che la vita sia sono l’attività generata dalla combinazione di carbonio e di una miscela di molecole, che vivremo per un certo tempo e che poi finiremo per marcire sottoterra”, prosegue: “ci hanno insegnato che la nostra coscienza è un fenomeno unito al nostro organismo e che questo morirà con esso”.


Nella sua teoria mette la vita e la biologia al centro e come parte fondamentale dell’universo; nel quale, sarebbe la vita stessa a creare l’universo e non il contrario. Ciò significa, secondo Lanza, che è la coscienza della persona a stabilire la forma e l’estensione degli oggetti dell’universo.


Mentre la filosofia realista di provenienza greca ha sempre dichiarato che la realtà esiste di per sé, a prescindere dall’esistenza dell’osservatore, la fisica quantistica ha scoperto che l’osservatore è fondamentale nella creazione della realtà. Lo spazio e il tempo sono strumenti della nostra comprensione, per cui, secondo Lanza, “noi portiamo in giro spazio e tempo come fanno le tartarughe coi gusci”; mentre la morte della coscienza esiste solo sotto forma di pensiero, dal momento che le persone si identificano con il corpo, credono che quando esso muore, la coscienza sparisce. Se il corpo forma la coscienza, quest’ultima muore quando il corpo muore, ma se il corpo accoglie la coscienza così come un decoder riceve i segnali satellitari, la coscienza non termina con la morte fisica.


La coscienza esiste fuori dai legami del tempo e dello spazio, si trova sia nel corpo umano che fuori di esso. Lo scienziato dice: “con la morte la nostra vita diventa un fiore eterno che torna a vivere nel multiuniverso”, il luogo delle possibilità infinite, e che “la vita è un’avventura che oltrepassa il nostro modo comune di pensare linearmente.


Lo scienziato considera che universi multipli possano esistere simultaneamente e che, mentre in un universo il corpo muore, in un altro può continuare a esistere, inglobando la coscienza spostata in quest’ultimo. La persona morta, durante il viaggio attraverso il tunnel, non finisce in Paradiso o all’Inferno, ma in un mondo simile a quello da lei abitato prima, ma questa volta viva, e questo si ripete all’infinito.


La fisica quantistica, giustificherebbe, secondo Lanza, l’esistenza della vita eterna. Il multiuniverso è una idea fisica sostenuta da diversi fisici e astrofisici che considerano che non esistano leggi fisiche che vietano l’esistenza di mondi paralleli. Ma c’è un’altra interessante teoria, la Teoria quantistica della coscienza, a far parlare di sé: elaborata dal medico americano Stuart Hameroff e dal fisico quantistico inglese Roger Penrose, afferma che le nostre anime sarebbero introdotte in microstrutture chiamate microtubuli, racchiuse nelle nostre cellule cerebrali (neuroni). L’anima sarebbe formata da prodotti chimici quantistici che, nel momento della morte, scappano dal sistema nervoso per entrare nell’universo.


Qui sotto un video di testimonianze di esperienze di pre morte.

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Fonte: http://www.meteoweb.eu/2014/05/ecco-cosa-succede-dopo-la-morte-la-clamorosa-e-rivoluzionaria-teoria-dello-scienziato-robert-lanza/286385/

Che cosa è la Mindfulness

L’essenza della Mindfulness risiede nella parola stessa. Mindfulness significa, infatti, presenza mentale, essere pienamente presenti e consapevoli al momento presente. Essere consapevoli e presenti prestando una reale attenzione al qui e ora. Rafforzare continuamente questa capacità utilizzando il respiro, tutte le volte che lo vogliamo o ne sentiamo la necessità.


Spesso leggiamo dell’importanza di questo atteggiamento di presenza mentale e altrettanto spesso ce ne dimentichiamo e non lo mettiamo in pratica. I benefici della Mindfulness diventano evidenti soltanto nel momento in cui t’impegni realmente a metterla in pratica. E come tutto, migliora con l’esercizio. Persino la prima volta in cui ti cimenti semplicemente nella tecnica di respirazione – prendendoti davvero il tempo di sperimentare personalmente (e stiamo parlando soltanto di pochi minuti, all’inizio) – il risultato è immediato. Ti sentirai motivato e incoraggiato ad andare avanti, a fare un altro passo e un altro ancora, sino a quando raggiungerai la mindfulness, cioè la presenza e consapevolezza nel qui e ora. Man mano che andrai avanti nella pratica, questa ti diventerà sempre più naturale e ne raccoglierai i frutti. Ritroverai ispirazione, riscoprirai un rinnovato piacere nelle attività più semplici, non morirai dal desiderio per qualcosa di futuro, né rimpiangerai qualcosa del passato rimasto incompiuto.


Le persone pensano che la Mindfulness sia parte integrante degli insegnamenti buddhisti. Sebbene molte tecniche e molti esercizi derivino dal buddhismo, la pratica può essere insegnata a tutti, singolarmente o in gruppo, e indipendentemente dal contesto, religioso o meno.


Una conoscenza di base del buddhismo o dei principi zen può essere utile per comprendere la Mindfulness (e viceversa), ma le due discipline non sono interdipendenti. In un contesto spirituale, ma anche nella vita di tutti i giorni, la Mindfulness allevia la sofferenza e accresce la consapevolezza in modo tangibile e concreto.


Sentirai maggiore rilassato, sarai mentalmente vigile ed entusiasta. Cambieranno i rapporti e le modalità di comunicazione con le persone che ti circondano. In sintesi, questo è un momento cruciale – a partire da adesso, mentre stai leggendo queste parole – per far prosperare la tua vita e dare una nuova luce al tuo atteggiamento mentale.


Leggi che cosa affermava Steve Jobs sulla pratica della mindfulness:

All’inizio, quando cercherai di placare la mente, otterrai un effetto peggiore: col tempo, però, essa si placherà e, quando avverrà, potrai udire cose più sottili – quando, cioè, il tuo potere intuitivo comincerà a sbocciare e tu inizierai a percepire la realtà intorno a te più chiaramente, e a stare di più nel presente.


La tua mente rallenterà e il tuo campo visivo subito si espanderà, si dilaterà. Riuscirai a vedere notevolmente di più di quanto non vedessi in precedenza. È una sorta di disciplina. Devi praticarla.


STEVE JOBS

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