Risveglia il tuo Sé consapevole


"Benvenuti sul sito personale di Erio Maffi, autore di libri di psicologia e mindfulness


Ho dedicato la mia vita allo studio e alla comprensione della mente umana come insegnante, psicologo e autore. Ho scritto il libro "Super-io: Come trasformare la causa di ansia, depressione, bassa autostima e cattivi rapporti con gli altri" che, nella sua seconda edizione riveduta e ampliata, è stato molto apprezzato e ha ottenuto molte recensioni positive su Amazon.

La mia passione per la psicologia non si ferma qui, ho scritto anche un libro sulla mindfulness intitolato "Mindfulness: Corso mindfulness per principianti: Apprendi a praticare la mindfulness e ritrova la gioia e la pace mentale, con una pratica di soli 10 minuti al giorno" che è stato anch'esso molto apprezzato e pubblicato su Amazon.

La mia missione è aiutare le persone a raggiungere il loro pieno potenziale attraverso la comprensione e la pratica della psicologia e della mindfulness. Sfoglia il mio sito per saperne di più sui miei libri, i miei servizi e le mie attività, e scopri come possiamo lavorare insieme per migliorare la tua vita. "


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Non giudizio

Non giudizio

Un pilastro fondamentale della pratica della mindfulness è il non giudizio.


Praticando la mindfulness ti rendi conto di come la nostra mente continua a giudicare te e gli altri. Questa attività mentale di giudizio e critica è incessante e crea problemi gravi come la bassa autostima, l’ansia, la depressione, le dipendenze di vario tipo.


Nella psicoanalisi Freud ha individuato una istanza psichica che ha chiamato Super-io, che svolge il compito di coscienza morale. Questa parte della nostra psiche è solo parzialmente conscia. Il suo compito è quello criticarci e ci giudicarci costantemente. Se il Super-io è adeguato questa critica è costruttiva. Se il Super-io è rigido e ipertrofico, la sua critica è distruttiva e può creare i problemi sopra esposti.


Per approfondire il ruolo di questa importante parte della nostra psiche puoi leggere il mio saggio: Super-io, Come trasformare la causa della bassa autostima, depressione e dei cattivi rapporti con gli altri.


La pratica della mindfulness è fondamentale per conoscere il nostro Super-io e per comprendere se è adeguato o rigido. Perché la pratica della mindfulness ci può aiutare in questo campo? In sintesi perché con la pratica della mindfulness osserviamo la nostra attività mentale. Con questa pratica ci accorgiamo della miriade di pensieri critici e giudicanti che attraversano la nostra mente.


Coltivando la consapevolezza assumiamo l’atteggiamento del testimone imparziale nei confronti della nostra attività mentale. Questo ti permette di renderti conto del costante flusso di giudizi e di reazioni alle esperienze interne ed esterne in cui sei coinvolto. Con la pratica impari a osservare e a distaccarti da questi continui pensieri critici e giudicanti.


Osservare la propria esperienza con atteggiamento imparziale.


Questa l’essenza del non giudizio. Per farlo bisogna prima che ci rendiamo conto del fatto che giudichiamo praticamente ogni contenuto della nostra mente, ogni sfaccettatura della nostra esperienza.


Mille sono le sfumature di giudizio possibile e possiamo anche perderci in tale complessità. Non è necessario che scendiamo così nel dettaglio per renderci conto del fatto che siamo costantemente impegnati in un’attività di giudizio, basta focalizzarci su quante volte giudichiamo qualcosa o qualcuno come: buono o cattivo, piacevole o spiacevole.


Subito notiamo che ogni persona, evento, oggetto che attira la nostra attenzione è da noi classificato in base al fatto che ci faccia sentire meglio o peggio. Il resto, quello che non ci fa oscillare lungo il continuum buono o cattivo, è classificato come neutro e quasi non entra nel focus della nostra attenzione.


La nostra mente è per natura attratta da stimoli che noi giudichiamo non neutri, tende quindi costantemente ad oscillare tra valutazioni positive e negative che innescano delle catene automatiche di pensiero delle quali quasi non ci rendiamo conto. Siamo come una barca in balia del continuo oscillare dei nostri giudizi e questa situazione è molto lontana da quella ideale per essere efficaci nel fronteggiare lo stress.


Per renderci conto di questo facciamo un piccolo esperimento: adesso, esattamente nella posizione e nel luogo in cui sei, fermati a notare quante volte nel giro di pochi minuti la tua mente è attraversata da pensieri del tipo “mi piace” o “non mi piace”. Nota che hai già valutato se la sedia sulla quale siamo siedi è comoda o meno, se la temperatura della stanza è gradevole, se il rumore intorno a te è troppo forte, se le parole che stai leggendo sono chiare o meno.


In base a tutte queste valutazioni hai già deciso se intraprendere o meno delle azioni per muoverti verso una sensazione di maggiore benessere. Nota come la tua mente giudica di continuo se sei a tuo agio o meno e come basta un minimo rumore per attirare la tua attenzione e disturbarti, oppure constatare che domani è vacanza per avere una sensazione di immediato sollievo. Nota come tutto ciò è successo in modo automatico, senza consapevolezza. Inizia a comprendere come continuamente passiamo da un giudizio all’altro, automaticamente e nell’inconsapevolezza quasi totale.


Questo giudizio continuo può riguardare anche la tua pratica della mindfulness. Quando pratichi la tua mente può farti credere che: “questo esercizio non funziona” e “non sono capace di meditare”. Tutti questi sono giudizi.


Il giudizio è diverso dal discernimento.


Discernimento è saper suddividere le cose per esaminarle razionalmente. Il giudizio, invece, è tutt’altro che razionale. Il giudizio si basa, infatti, su schemi automatici appresi che si attivano anche senza il nostro intervento razionale. Spesso questo tipo di schemi può salvarci, con la famosa “prima impressione”, ma altre volte ci fa prendere delle sonore cantonate, vero?


Allora come fare per discernere e non giudicare?


Con la pratica della mindfulness impari a discernere invece che a giudicare. Nella pratica della mindfulness osserviamo i giudizi di cui è piena la nostra mente e li lasciamo andare. Non cadiamo nella trappola del giudicare i nostri giudizi: li osserviamo e non ci facciamo coinvolgere da essi, non tentiamo di modificarli.


Un giudizio è solo un giudizio e la nostra mente è costantemente impegnata nel giudicare e criticare. Riuscire a osservare questa attività, distaccandosene, è un primo e potente modo per non essere vittime del flusso dei nostri pensieri.


Ricorda: la nostra mente tende a giudicare e criticare tutto e tutti. Quando cominci a fare attenzione all’attività della tua mente, spesso ti stupisci di scoprire che giudichi costantemente il contenuto della tua esperienza. Quasi tutto ciò che vedi o con cui entri in contatto è etichettato dalla mente come ‘buono’ o ‘cattivo’.


Uomo giudizio


Reagisci ad ogni esperienza in termini di quello che ritieni essere il suo valore per te. Alcune cose, persone ed eventi sono classificati come “buoni” perché, per una ragione o per l’altra, ti fanno sentire bene. Altri sono altrettanto immediatamente classificati come “cattivi” perché ti fanno sentire male. Il resto è classificato come “neutro” perché ti sembra che non abbiano una particolare importanza per te.


Le cose, persone ed eventi che appartengono a quest’ultima categoria li escludi quasi dal campo della tua attenzione. Di solito sono quelli che trovi più noiosi da osservare.


L’abitudine di classificare il contenuto della tua esperienza in base a giudizi, innesca un insieme di reazioni meccaniche di cui non ti rendi conto e che spesso non hanno alcun fondamento oggettivo.

La costante attività giudicante della mente ti rende difficile trovare uno stato di pace interiore. La mente si comporta come uno yo-yo, che tutto il giorno va su e giù lungo la corda dei tuoi giudizi positivi e negativi

Se vuoi verificare per te stesso questa descrizione, prova a fare attenzione a quante volte nel corso di dieci minuti, mentre sei occupato in una delle tue normali attività quotidiane, sorge in te un giudizio del tipo “mi piace” o “non mi piace”, è “buono” è “cattivo”, ecc. La nostra mente è un macchina di giudizi e critiche, verso noi stessi e gli altri.


Per arrivare a una gestione più efficace dello stress, il primo passo è renderci conto di questa attività di giudizio automatica della tua mente, aprendo la possibilità di liberarti dalla tirannia dei giudizi e delle critiche.


Durante la pratica della mindfulness, è importante riconoscere questa attività giudicante della mente ogniqualvolta si presenta e assumere l’atteggiamento di un testimone imparziale. Si tratta di osservare semplicemente ciò che avviene nella tua mente, senza esprimere giudizi o critiche. Attenzione di non cadere nella trappola del giudizio del giudizio. Quando un giudizio si presenta, non occorre che lo reprimi. Basta che tu te ne renda conto. Non si tratta di giudicare il giudizio come ‘sbagliato’, complicando ulteriormente le cose. Per esempio, supponiamo che tu stia praticando l’osservazione del respiro. A un certo punto può darsi che la tua mente dica qualcosa come: Che noia. Oppure: Questo non funziona. Oppure: Non ci riesco. Questi sono giudizi. Quando si presentano, è importante che tu li riconosca come tali e che ricordi che la pratica della mindfulness comporta una sospensione dei giudizi e la semplice osservazione di qualsiasi cosa si presenti, compresi i tuoi pensieri giudicanti, senza lasciarti coinvolgere e senza agire su di essi in alcun modo. Poi ritorni all’osservazione del respiro, ecc. Questo è il pilastro del non giudizio.


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