Risveglia il tuo Sé consapevole


"Benvenuti sul sito personale di Erio Maffi, autore di libri di psicologia e mindfulness


Ho dedicato la mia vita allo studio e alla comprensione della mente umana come insegnante, psicologo e autore. Ho scritto il libro "Super-io: Come trasformare la causa di ansia, depressione, bassa autostima e cattivi rapporti con gli altri" che, nella sua seconda edizione riveduta e ampliata, è stato molto apprezzato e ha ottenuto molte recensioni positive su Amazon.

La mia passione per la psicologia non si ferma qui, ho scritto anche un libro sulla mindfulness intitolato "Mindfulness: Corso mindfulness per principianti: Apprendi a praticare la mindfulness e ritrova la gioia e la pace mentale, con una pratica di soli 10 minuti al giorno" che è stato anch'esso molto apprezzato e pubblicato su Amazon.

La mia missione è aiutare le persone a raggiungere il loro pieno potenziale attraverso la comprensione e la pratica della psicologia e della mindfulness. Sfoglia il mio sito per saperne di più sui miei libri, i miei servizi e le mie attività, e scopri come possiamo lavorare insieme per migliorare la tua vita. "


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Immagina un pentolone pieno d’acqua fredda nel quale nuota tranquillamente una rana. Il fuoco è acceso sotto la pentola, l’acqua si riscalda pian piano. Presto diventa tiepida. La rana la trova piuttosto gradevole e continua a nuotare.

La temperatura sale. Adesso l’acqua è calda. Un po’ più di quanto la rana non apprezzi. Si stanca un po’, tuttavia non si spaventa. L’acqua adesso è davvero troppo calda. La rana la trova molto sgradevole, ma si è indebolita, non ha la forza di reagire. Allora sopporta e non fa nulla. Intanto la temperatura sale ancora, fino al momento in cui la rana finisce, semplicemente, morta bollita.

Se la stessa rana fosse stata immersa direttamente nell’acqua a 50° avrebbe dato un forte colpo di zampa, sarebbe balzata subito fuori dal pentolone. Questa esperienza mostra che, quando un cambiamento si effettua in maniera sufficientemente lenta, sfugge alla coscienza e non suscita, per la maggior parte del tempo, nessuna reazione, nessuna opposizione, nessuna rivolta.

Se guardiamo ciò che succede nella nostra società da alcuni decenni, ci accorgiamo che stiamo subiamo una lenta deriva alla quale ci abituiamo. Un sacco di cose, che ci avrebbero fatto orrore 20, 30 o 40 anni fa, a poco a poco sono diventate banali, edulcorate e, oggi, ci disturbano solo leggermente o lasciano decisamente indifferenti la gran parte delle persone.

La via del non attaccamento

Con il Risveglio, la coscienza e la mente diventano distinte: la coscienza vede la mente dal di fuori. Il Risveglio è uno stato nel quale non si percepiscono più gli ostacoli. Ogni cosa fluisce come un fiume.

Quando noi facciamo delle resistenze (perché sentiamo di dover difendere quello in cui ci siamo identificati oppure a cui ci siamo attaccati), siamo come una grossa pietra che si oppone allo scorrere del fiume, e questo provoca dolore.

Siamo tutti molto “bravi” ad apprezzare l’idea buddhistica di fluire con ogni cosa e distribuire amore universale… eppure, basta che qualcuno ci “rubi” il parcheggio per farci dimenticare all’istante tutti gli insegnamenti del Buddha…

Perché c’è l’attaccamento? A cosa serve? Perché è necessario il processo dell’identificazione?

La prima grande identificazione è quella con i nostri corpi (fisico, mentale, emotivo). Identificarsi con la materia è necessario all’anima per costruire un “io”. Le anime giovani sono in questa fase di evoluzione ed è bene che si identifichino sempre più con la materia, come i bambini che hanno bisogno di attaccarsi ai loro giocattoli e alle cose, per costruire un io… quello stesso io che da adulti permetterà loro di andare oltre.

Le anime che invece hanno già fatto questa esperienza, stanno trovando un modo per liberarsi dall’attaccamento, e per loro la via del Buddha si dimostra appropriata. Occorre fare attenzione a non confondere i giudizi positivi (che sono sempre giudizi) con l’apertura del cuore. Il non attaccamento ha a che fare con l’apertura del cuore, e non con i giudizi.

Il buddismo ci svela che tutto è impermanente, ma dato che le persone ignorano questa verità, creano attaccamenti. Vivere il proprio dolore è un attaccamento o un modo di elaborare?

Va bene esprimere il dolore, perché il nostro corpo emotivo lo sta elaborando e deve tirarlo fuori, ma quando lo facciamo dobbiamo essere presenti.

L’osservazione del nostro pensiero richiede uno sforzo… perché in genere diventiamo i nostri pensieri: il nostro io si identifica con i nostri pensieri…

Occorre fare uno sforzo per sottrarsi da questa abitudine e automatismo.

Con il “ricordo di sé” si può vedere la propria mente da fuori… possiamo vedere i nostri pensieri che passano e non identificarci.

Un pensiero veramente originato da noi è un pensiero intuitivo, tutto il resto non è nostro… è solo roba che attraversa il nostro corpo mentale…

Noi non siamo i nostri corpi ma siamo gli abitanti dei nostri corpi (fisico, emotivo, mentale…) Con il Risveglio, la coscienza e la mente diventano distinte: la coscienza vede la mente dal di fuori.

Un vero essere umano è in grado di pensare quando vuole, e quando vuole di non pensare.

Si tratta in pratica di auto-osservarsi ed essere presenti.

L’osservazione distaccata del pensiero gli toglie la carica emotiva.

Ogni volta che pensiamo a qualcosa abbiamo una perdita di energia. La vera solitudine non è sentirsi soli, ma sapere che ci sei solo tu e il mondo è dentro di te. Questo mette fine a ogni paura.

Guarda il video di Salvatore Brizzi: La via del non attaccamento

Interessante libro sulla meditazione come tecnica per liberare la mente velocemente:

“Pensavo troppo, pensavo sempre, e spesso erano idee spiacevoli”. Vi riconoscete?

Se il chiacchiericcio della vostra testa vi impedisce di vincere l’ansia e l’insonnia, di concentrarvi quando serve e di ottenere il massimo dalle varie situazioni della vita, la meditazione può venirvi in aiuto.

Le più recenti ricerche scientifiche lo dimostrano: una pratica anche lieve ma costante riduce l’intensità delle emozioni negative e attiva le parti del cervello più strettamente legate al benessere e alla felicità.

Non si tratta di starsene seduti a gambe incrociate pronunciando oscure litanie, ma di ritrovare la consapevolezza di sé, di fare “spazio mentale“, potenziando la capacità di adattarsi e rispondere agli stimoli esterni per attingere a nuove energie, per alleviare lo stress, curare la depressione e migliorare le relazioni con gli altri.

Andy Puddicombe ci guida passo dopo passo alla conquista dell’equilibrio interiore e della serenità.

Video con Andy Puddicombe

Scrollati i problemi di dosso, lascia andare il passato e trova nuove soluzioni

Per far questo è molto utile questa storia:

“Un giorno l’asino di un contadino cadde in un pozzo. Non si era fatto male, ma non poteva più uscire. Il povero animale continuò a ragliare sonoramente per ore. Il contadino era straziato dai lamenti dell’asino, voleva salvarlo e cercò in tutti i modi di tirarlo fuori ma, dopo inutili tentativi, si rassegnò e prese una decisione crudele. Poiché l’asino era ormai molto vecchio e non serviva più a nulla e poiché il pozzo era ormai secco e in qualche modo bisognava chiuderlo, chiese aiuto agli altri contadini del villaggio per ricoprire di terra il pozzo.

Il povero asino, imprigionato, al rumore delle palate e alle zolle di terra che gli piovevano dal cielo capì le intenzioni degli esseri umani e scoppiò in un pianto irrefrenabile. Poi, con gran sorpresa di tutti, dopo un certo numero di palate di terra, l’asino rimase quieto. Passò del tempo; nessuno aveva il coraggio di guardare nel pozzo mentre continuavano a gettare la terra.

Finalmente il contadino guardò nel pozzo e rimase sorpreso per quello che vide: l’asino si scrollava dalla groppa ogni palata di terra che gli buttavano addosso, e ci saliva sopra. Man mano che i contadini gettavano le zolle di terra, saliva sempre di più e si avvicinava al bordo del pozzo. Zolla dopo zolla, gradino dopo gradino, l’asino riuscì ad uscire dal pozzo con un balzo e cominciò a trottare felice.”

Questa non è solamente una storia sulla intelligenza dell’asino, ma rivela una verità esistenziale di grande importanza, che riguarda da vicino ciascuno di noi. Sarai certamente d’accordo sul fatto che:

1) L’asino siamo noi.

2) Il pozzo rappresenta le difficoltà in cui talvolta ci troviamo.

3) Il contadino è la vita che cerca di farci evolvere con le buone o con le cattive, sotto forma di vangate di terra che rischiano di seppellirci vivi.

4) I pianti dell’asino rappresentano l’atteggiamento vittimistico che la maggior parte delle persone assume quando la vita ci mette alla prova.

5) Scrollarsi la sabbia di dosso e salirci sopra rappresenta la soluzione creativa che possiamo trovare di fronte alle difficoltà della vita.

LA SOLUZIONE E’ SMETTERE DI LAMENTARSI, SCROLLARSI DI DOSSO LA SABBIA DEL PASSATO E SALIRCI SOPRA PER SALIRE AL NUOVO LIVELLO.

Come possiamo convivere con la paura senza essere sicuri che l’abbiamo vinta? Abbracciandola.

Quando ignoriamo la paura, essa prima bussa piano, poi bussa sempre più fotte, poi butta giù le porte. Quando invece le permettiamo di entrare, allora la paura cessa di essere un mostro e acquista la capacità di essere compresa. L’unico modo per addomesticare la paura, di trasformarla, è quello di aprirle completamente le porte, per assorbirla, per abbracciarla, per darle amore, per darle più amore di quanto tu abbia mai dato ad altri aspetti di te stesso. Allora trasformi la paura.

La paura può essere un grande maestro; può avvisarti della necessità di un cambiamento. Dialogando con questo “mostro” che è la paura, tu puoi liberarti di lei attraverso l’analisi interiore. La paura non ha nulla a che fare con la crescita spirituale, ha solo a che fare con la stagnazione, quando invece la creatività è crescita e movimento. Se tu avessi una paura e riuscissi a parlare con essa in questo momento, ti apriresti a possibilità impensate di crescita interiore.

Così apri le porte del tuo intimo e abbraccia la paura. Guarda l’altra faccia dello specchio, osserva il motivo della tua paura.

Non c’è nulla che possa essere costruito sull’ansia e sulla paura se non una vita di dipendenza. Quando ci si rende conto che al di fuori di noi stessi

non esistono nemici o demoni che possano farci del male; quando ci si rende conto che non c’è nulla da temere, la paura svanisce e la libertà prende il sopravvento.

Da anni studio la paura quale fonte di tutte le emozioni negative: una droga planetaria che circola nelle vene del genere umano, storpiando l’uomo fin dalla sua nascita.

Una nuova specie umana?

Un concetto molto interessante sviluppato da Igor Sibaldi in un suo libro e video è quello di speciazione. Vorrei approfondirlo in questo post, precisando quelle che, a mio pare, sono le due specie in cui si stanno differenziando gli esseri umani.

Ecco che cosa scrive Igor Sibaldi:

“Esiste una cosa che si chiama speciazione: è quando una specie, a un certo punto della sua evoluzione, comincia a scindersi in due specie. Allora nasce quella che i biologi chiamano una “specie figlia”, mentre la specie da cui nasce si chiama “specie madre”. Avviene nel regno vegetale, nel regno animale e anche nelle culture, nelle nazioni, nei popoli.

Che cosa succede quando si ha una speciazione in una cultura, in un popolo, in una civiltà? Alcuni individui – pochi – nella “specie madre”, si accorgono di volere un po’ di più di quello che vuole la maggioranza, e di voler vivere diversamente. A quei pochi individui, la maggioranza dice: “Lascia perdere, la banana che vuoi è troppo in alto”.

Ma quei pochi vogliono davvero qualcos’altro, ne hanno bisogno, non ce la fanno a star senza, soffrono, non si accontentano di un cut-off behaviour, e cominciano ad avere delle A-ah experiences, cioè a notare qualche sgabello. Sono pochi e per un bel po’ resteranno pochi: ma non hanno paura della crescita della loro eccitazione. Così si allontanano dal comportamento della “specie madre”. Guardano altrove, pensano diversamente, e diventano diversi. Diventano una specie nuova.


In effetti, credo anch’io che sia in corso questa speciazione. Ma qual è la specie madre? Qual è la specie figlia?


La mia risposta è che la specie madre è composta dalle persone comuni, che sono la maggioranza che crede che la realtà sia quella percepita dai 5 sensi. Si possono chiamare le persone penta sensoriali proprio perchè credono che l’unica realtà che esiste sia quella che percepiscono con i 5 sensi, ed escludono l’esistenza di altri tipi di realtà.

Queste persone vivono la loro vita governati dal paradigma meccanicista e credono solo a quello che vedono. Queste persone pensano: Ci crederò quando lo vedrò!

La specie figlia è composta invece da persone, che ora sono la minoranza consapevole, ma in futuro tra tre o quattro generazioni, saranno la maggioranza. Queste persone si possono definire meta sensoriali. Queste persone vedono la realtà come qualcosa che va al di là della semplice percezione sensoriale. Sono persone che pensano: lo vedrò quando ci crederò!

Naturalmente, ci sono tante altre importanti differenze tra questi due tipi di persone e ne parlerò in altri post futuri. Ma una cosa è certa: io e te, che stai leggendo queste righe, facciamo già parte di questa specie figlia e questo crea una certa incomprensione con le persone che fanno ancora parte della specie madre.

Un’altra cosa è certa: anche se ci dicono di lasciar perdere perchè la banana è troppo in alto, noi non molliamo e siamo ancora alla ricerca di qualcosa per arrivare alla banana!

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Qual è il vero significato dell’Epifania?

Andando oltre le battute che abitualmente si fanno nel giorno della befana, vediamo qual è il vero significato di questa festa. Il termine Epipha’neia deriva dal greco antico e indicare l’azione o la manifestazione di una divinità.


Epifania, quindi, significa Manifestazione visibile della divinità o Apparizione, rivelazione della divinità.

Osserva quindi attentamente quello che ti succede oggi, ma anche nei prossimi giorni, per notare qualche segno di manifestazione della divinità mediante miracoli, visioni, segni e coincidenze rilevanti. Osserva attentamente perché proprio oggi si potrebbe manifestare qualcosa di speciale in te o all’esterno di te.

Buona osservazione!

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Ho scritto questo report sul metodo dell’autoipnosi perché lo applico quotidianamente su me stesso e l’ho insegnato a molte persone che l’hanno utilizzato efficacemente per realizzare i loro obiettivi e risolvere i loro problemi.

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Per chiarire che cosa è la spiritualità intendo

partire da ciò che non è:

Prima di tutto, la spiritualità non è di certo nelle Chiese, di qualsiasi religione, dove senti subito puzza d’ipocrisia lontano un miglio. Ciò che ti propinano nelle Chiese ha il sapore raffermo dell’ideologia, non certo della spiritualità vera che spalanca il cuore e la mente.

Secondariamente, la spiritualità non è il bigottismo o materialismo spirituale. I bigotti sono la “Maggioranza Conformista” e hanno soppresso la vera spiritualità. I bigotti religiosi credono che la loro ideologia sia stata “rivelata” da un Potere Superiore, e sia scolpita per sempre in un “Libro Sacro”. Naturalmente, questa ideologia non può essere messa in discussione, perché è formata da dogmi. Per loro questi dogmi valgono sempre (in qualsiasi epoca storica), ovunque (in qualsiasi luogo geografico) e per tutti .. Per i bigotti, di ogni religione essi siano, le “Verità Assolute” riguardano puramente e semplicemente il credere in alcuni dogmi.

E il credere, si sa (specialmente nei dogmi) raramente rende le persone migliori.

Spesso le rende ancora più bigotte (cioè ipocrite e superficiali).

Infine la spiritualità non è di certo il Materialismo, che ama definirsi scientifico. In questa ideologia tutto è relativo, compresi i dogmi e le dottrine. I materialisti contrastano la spiritualità perchè sono convinti che non valga la pena di credere in niente. Sono persone ciniche e pessimiste riguardo al Presente e al Futuro. Sono persone nichiliste.

I materialisti non credono negli esseri umani e nella loro bontà fondamentale. Non credono nella possibilità di una verità più grande. Non credono neppure che sia possibile “migliorare se stessi”, e pensano che gli esseri umani siano inguaribilmente dominati dai propri difetti. Il marchio che li contraddistingue è l’arroganza, quando sono giovani, seguita dall’amarezza quando diventano vecchi. Non credendo in nulla, sono edonisti prima e disillusi poi.

Vediamo ora che cosa è veramente spiritualità.

La spiritualità è, prima di tutto, un atteggiamento particolare di fronte alla vita e ai problemi.

Come sai, la vita comporta molte sfide, ma poniamoci la domanda fondamentale: perché? Perché la vita è così difficile?

Non importa con quale i punti di forza sei nato perché niente di tutto questo ti fornisce la formula magica per un’esistenza facile e felice. In un modo o nell’altro la vita ti mette davanti a problemi difficili che ti causano sofferenze e conflitti interiori.

Allora ti domandi: c’è un motivo per queste difficoltà? La vita non è altro che una serie casuale di eventi che ci fanno soffrire?

Per dare una risposta a queste domande è necessaria una concezione spirituale della vita. La spiritualità, infatti, parte proprio da una risposta decisiva a questa domanda, che dice che la vita non è casuale. C’è un disegno e un obiettivo racchiuso in ogni esistenza. Il motivo per cui dobbiamo affrontare delle sfide è molto semplice: per diventare più consapevoli del nostro disegno o scopo interiore.

Quando accedi alla dimensione spirituale, la tua coscienza si espande, gli eventi che sembrano casuali cessano di essere tali. Un obiettivo più grande sta cercando di manifestarsi attraverso di te. Quando diventi cosciente di questo obiettivo, che è diverso da persona a persona, diventi come un architetto che fa il progetto di una casa. Invece di far posare i mattoni a caso, ora l’architetto può procedere con sicurezza sapendo che aspetto dovrà avere l’edificio e come costruirlo. L’architetto ha una immagine, un progetto di come deve essere la casa. Analogamente, quando tu accedi alla dimensione spirituale, hai un immagine, un progetto di quale sarà la tua vita.

Quando non abbiamo una visione spirituale della vita affrontiamo i problemi con la coscienza ripiegata su di sé.

Allora pensi che:

Qualcosa è andato storto.

Le tue aspettative sono state disattese.

Ti trovi davanti a ostacoli che non vogliono muoversi.

Poni sempre più resistenza, ma la situazione non migliora.

Ciò che desideri incontra opposizione. Sembra che ogni passo avanti sia una lotta.

Insisti nel fare e rifare ciò che non ha mai funzionato prima.

Provi molta ansia e hai paura di fallire. Non hai la mente lucida, provi confusione conflitto interiore.

La tua frustrazione aumenta e l’energia diminuisce.

Comprendi che sei al livello della coscienza ripiegata su di sé perché più lotti per sbarazzarti di un problema, più ci rimani incastrato dentro.

Quando accedi alla dimensione spirituale la tua coscienza diventa più estesa e le soluzioni cominciano a manifestarsi.

Se permetti alla tua coscienza di estendersi, scopri che:

  • il bisogno di lottare diminuisce;
  • cominci a lasciarti andare;
  • più persone si relazionano a te;
  • prendi le decisioni con maggiore sicurezza;
  • affronti la paura con più realismo ed essa inizia ad attenuarsi;
  • hai una visione più chiara e non ti senti più confuso tormentato.
  • Man mano che la tua coscienza si estende, forze invisibili vengono in tuo aiuto e procedi seguendo quello che desideri dalla vita.

Con la vera spiritualità accedi al livello della pura coscienza e i problemi non esistono più. Consideri ogni problema come una sfida, come un’opportunità creativa. Ti senti completamente in armonia con le forze della natura.

Quando hai accesso alla dimensione spirituale sei completamente all’aperto ai seguenti elementi:

  • non c’è più nessuna lotta;
  • i desideri si realizzano spontaneamente;
  • ciò che c’è adesso è la cosa migliore che potrebbe succederti.
  • Il mondo esteriore riflette quello che sta succedendo nel tuo mondo interiore.
  • Ti senti completamente al sicuro, a tuo agio nell’universo.

Per rimanere stabilmente nello stato spirituale della pura coscienza occorre raggiungere uno stato di unità con tutto ciò che esiste. Può dire di essere in contatto con la pura coscienza e la spiritualità solo se senti di essere davvero te stesso in uno stato di pace di libertà.

Quindi, la spiritualità ha a che fare con lo stato di coscienza personale. La spiritualità affronta direttamente la coscienza; ha l’obiettivo di formare una coscienza superiore. Questo approccio spirituale, nella nostra società, è considerato un approccio meno concreto per affrontare i problemi rispetto ad altri. Ma la spiritualità può cambiare la tua coscienza e non c’è nulla di più pratico di questo. Infatti la coscienza non è passiva. Porta direttamente ad agire o a non agire. Il modo in cui percepisci un problema si combina inevitabilmente con il modo in cui cerchi di risolverlo.

Psicologia Spiritualità Risveglio

  • Psicologia: della tua Crescita personale.
  • Spiritualità: della tua Crescita spirituale
  • Risveglio: del risveglio della tua Consapevolezza

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