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Ho dedicato la mia vita allo studio e alla comprensione della mente umana come insegnante, psicologo e autore. Ho scritto il libro "Super-io: Come trasformare la causa di ansia, depressione, bassa autostima e cattivi rapporti con gli altri" che, nella sua seconda edizione riveduta e ampliata, è stato molto apprezzato e ha ottenuto molte recensioni positive su Amazon.

La mia passione per la psicologia non si ferma qui, ho scritto anche un libro sulla mindfulness intitolato "Mindfulness: Corso mindfulness per principianti: Apprendi a praticare la mindfulness e ritrova la gioia e la pace mentale, con una pratica di soli 10 minuti al giorno" che è stato anch'esso molto apprezzato e pubblicato su Amazon.

La mia missione è aiutare le persone a raggiungere il loro pieno potenziale attraverso la comprensione e la pratica della psicologia e della mindfulness. Sfoglia il mio sito per saperne di più sui miei libri, i miei servizi e le mie attività, e scopri come possiamo lavorare insieme per migliorare la tua vita. "


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La mente errante ci rende infelici

La mente errante ci rende infelici

Come sai, la nostra mente è errante, nel senso che si perde e vaga tra molti pensieri e sensazioni. Uno studio ha rivelato che quasi la metà dei nostri pensieri non sono legati a quello che stiamo facendo. La nostra mente si perde e vaga. Questo dato statistico è molto eloquente e va a sollevare due interrogativi: Come fa questa attività cerebrale ad influenzare la nostra felicità? Ci rende più felici, oppure no?”


Gran parte della ricerca sui fattori che contribuiscono alla felicità si è concentrata su fattori come: reddito, sesso, istruzione, e matrimonio, ecc. Ma lo psicologo di Harvard Matt Killingsworth ha affermato: “Fattori come questi non sembrano avere effetti particolarmente rilevanti. “

Sembra, infatti secondo Killingsworth, che gli aspetti fugaci la nostra vita quotidiana, ad esempio quello che stiamo facendo, con chi siamo e quello che stiamo pensando, hanno una grande influenza sulla nostra felicità. Eppure gli stessi fattori, sono risultati più difficili da studiare per la maggior parte degli scienziati. Questo ha spinto Killingsworth e Daniel T. Gilbert a verificare l’influenza che tali situazioni hanno sulla felicità.



Guarda il video di Matt Killingsworth:

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La ricerca effettuata a Harvard

Lo studio di Harvard dal titolo “La mente errante è una mente infelice”, ha fatto uso di una tecnica non convenzionale nota come esperienza di campionamento – dove le persone sono state interrotte a vari intervalli nelle attività che svolgevano durante il giorno.


Questa tecnica è estremamente potente e consente di trovare modelli di grandi dimensioni nel pensiero e nel comportamento umano. Essa sviluppa un ritratto di un individuo e va a trovare correlazioni distinte tra pensieri, azioni e felicità. Gli psicologi stanno sviluppando anche un app su iPhone per ‘assaggiare’ pensieri, sentimenti ed azioni. Per tutto il giorno ed a intervalli, le persone sono state invitate ad eseguire un breve questionario che chiedeva la loro esperienza del momento, appena prima di un segnale ben preciso che ricevevano.


È stato chiesto loro:


Come si sentivano (su una scala da pessimo a molto buono), su quello che stavano facendo; (è stato chiesto di eseguire 22 attività, tra cui guardare la tv e mangiare).


Gli è stato domandato se stavano pensando a qualcos’altro mentre eseguivano una specifica attività. Naturalmente i soggetti potevano rispondere sì o no a quest’ultima domanda.


Se stavano pensando a qualcos’altro è stato chiesto loro se i sentimenti erano neutrali, piacevoli o spiacevoli.


L’esperimento è stato fatto da un gruppo eterogeneo, di 15.000 persone – età 18-80, che rappresentano una vasta gamma di reddito, livello di istruzione, stato coniugale e nazionalità. Questo ha permesso ai ricercatori di raccogliere oltre 650 000 rapporti in tempo reale.


Risultati della ricerca:


Il risultato più importante che è emerso dalla ricerca è che la nostra mente vaga verso l’infelicità


Lo studio ha riscontrato che il 47% delle volte, le persone stavano pensando a qualcosa di diverso dal loro attività corrente. Questo variava tra le 22 attività – il 65% mentre faceva la doccia, il 50% quando lavorava, il 40% nell’esercizio fisico, fino al 10% mentre faceva sesso.


A parte il sesso, le menti delle persone erano altrove per almeno il 30% del tempo. Le nostre menti vagano per una notevole quantità di tempo, anche quando siamo a riposo e non dobbiamo pensare a nulla in particolare.


Secondo questa ricerca psicologica, se la vostra mente vaga spesso, c’è una probabilità dell’85% che si divenga inconsciamente infelici. Questa ricerca supporta tale dato.


La ricerca ha constatato che le persone erano significativamente meno felici, quando le loro menti vagavano rispetto a quando erano concentrate e presenti nell’attività che stavano svolgendo.


Ecco quello che afferma Killingsworth: “Quanto più spesso la mente di una persona vaga, molto più spesso sarà incline all’infelicità”.


Questo vale per tutte le 22 le attività e indipendentemente da ciò che la persona sta facendo, anche se non era un’attività piacevole, come per esempio, recarsi al lavoro.


Ciò può essere spiegato dal fatto che quando la nostra mente vaga, spesso pensiamo a cose negative e spiacevoli. Ad esempio, le nostre preoccupazioni, le ansie e anche i nostri rimpianti. Questi, a loro volta, hanno un grande impatto sulla nostra felicità.

La mindfulness influisce sulla nostra felicità.

I dati dello studio del gruppo di ricercatori di Harvard, sottolinea anche il fatto che la tua felicità non è determinata dal modo in cui si spende la nostra giornata. Piuttosto riguarda la presenza mentale, cioè la mindfulness.


Siamo in uno stato di mindfulness o presenza mentale, quando abbiniamo i nostri pensieri alle nostre azioni specifiche. La mindfulness è un enorme fattore predittivo della nostra felicità e dovrebbe essere coltivato per una vita più felice.


Tuttavia, come ha detto Killingsworth, “La lezione qui non è che dobbiamo smettere di far vagare la mente, dopo tutto, la nostra capacità di rivisitare il passato e immaginare il futuro è estremamente utile e un certo grado di mente errante è probabilmente utile.”


Ciò che propone Killingsworth è usare delle tecniche per fare in modo di non far vagare troppo la nostra mente, (ad esempio, con la pratica della mindfulness) La pratica della mindfulness può anche servire a migliorare la qualità della vita e ci aiuta a far fronte in modo più efficace ai momenti difficili e ad ottenere una maggiore fruizione da quelli buoni, che ci rendono più felici.


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